Probabilmente ti sei chiesto almeno una volta se il debitore, o un parente per suo conto, possa ricomprare la casa persa e finita in vendita all’asta.
La risposta breve è no.
Il debitore non può partecipare all’asta in quanto la casa fino a eventuale aggiudicazione è di sua proprietà.
Ciò deriva da una considerazione logica: se il debitore dispone dei fondi per ricomprare la casa all’asta, allora avrebbe dovuto anche saldare almeno in parte i suoi debiti. Partecipare all’asta che vede la propria casa venduta all’asta si potrebbe configurare come un tentativo di frodare i creditori, tutelati dalla Legge, preferendo riacquistare la propria casa a un prezzo molto ridotto piuttosto che saldare l’ammontare dei debiti.
Un figlio o un parente del debitore può ricomprare la casa all’asta di quest’ultimo?
La legge italiana attesta che tutti hanno il diritto di partecipare a un’asta giudiziaria, a eccezione del debitore i cui beni sono stati messi in vendita. Non sono ammessi invece il debitore stesso, il custode giudiziario, il delegato alla vendita dell’immobile in questione.
I parenti, stretti o meno, del debitore possono partecipare all’asta, ma a patto di agire nel proprio interesse e non di quello del debitore. Non possono quindi partecipare se appartengono al proprio nucleo familiare e non possono farlo vivere al suo interno, a nessun titolo.
É infatti di nozione comune che ragionevolmente, se la moglie o il figlio del debitore acquisissero la proprietà della casa, il parente potrebbe vivere al suo interno, e quindi avrebbero agito nel suo interesse.
Tuttavia, la Legge consente ai parenti del debitore di acquistare la casa di quest’ultimo pignorata e finita in vendita all’asta, a patto appunto che agiscano su propria iniziativa e non nell’interesse del congiunto.
Perché il debitore non può comprare casa venduta all’asta?
Il debitore, come detto, potrebbe essere tentato di usare i propri fondi (magari insufficienti per saldare l’intero ammontare dei crediti) per ricomprare la casa all’asta.
Un immobile all’asta in genere viene proposto a un valore inferiore di quello di mercato. Ogni volta che una seduta di asta finisce deserta, il giudice può decretare una nuova seduta d’asta, con il prezzo dell’immobile che cala del 25% del valore base.
La vendita di una casa all’asta è una misura di emergenza a cui i creditori non sono felici di ricorrere. Molto probabilmente infatti il ricavato dalla vendita non sarà sufficiente a coprire l’ammontare dei debiti. In ogni caso comunque la vendita della casa all’asta non è nemmeno una procedura che libera il debitore da ogni obbligo.
Al contrario, questi rimane impegnato per l’ammontare del debito residuo e i creditori possono aggredire i beni di sua proprietà. Il Tribunale può decretare il pignoramento fino a ⅕ del suo stipendio e/o della pensione, e il creditore potrebbe finire nella lista dei cattivi pagatori, condizione che gli impedirebbero di chiedere prestiti e aprire nuove carte di credito. Una situazione effettivamente difficile da sopportare per chiunque.
Il saldo e stralcio come alternativa alla vendita della casa all’asta
Se stai leggendo questo articolo, probabilmente sei in cerca di soluzioni per impedire che la tua casa finisca in vendita all’asta oppure per salvarla da questa situazione.
Eppure esiste una soluzione che non tutti praticano, ma che permette di evitare di cadere in questa situazione problematica: il saldo e stralcio
Il saldo e stralcio consiste in una proposta economica da parte del debitore di un importo inferiore a quello del debito di partenza al creditore, allo scopo di chiudere una volta per tutte la posizione debitoria.
I consulenti esperti come Stralciami si occupano di formulare una proposta economica che il debitore può giudicare vantaggiosa da accettare. Anche se si tratta di un importo inferiore a quello dovuto, si tratta comunque di una somma certa da corrispondere in tempi brevi, e che quindi costituisce una soddisfazione certa delle proprie pretese.
I consulenti si occupano anche di verificare che tutti i creditori accettino la proposta – in modo da non avanzare più pretese basate sul debito precedente – e di ottenere un documento di rinuncia agli atti in modo che il titolo di credito originario non possa essere più utilizzato per ulteriori rivendicazioni.
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