Secondo Il Sole 24 Ore, sulle banche italiane vi sarebbe una potenziale mina di 160 miliardi di euro pronta a esplodere. Si tratta delle moratorie concesse dai decreti Liquidità e Cura Italia per tutelare liquidità delle imprese, che hanno portato alla sospensione dei crediti per 160 miliardi a causa del lockdown richiesto dalla pandemia fino al 30 settembre 2020.
I decreti Cura Italia e Liquidità hanno disposto moratorie alle imprese, garantite al 30% dallo Stato, e che hanno consentito la sospensione delle rate su prestiti per un valore di circa 160 miliardi. Le moratorie sui mutui sono state prorogate al 31 gennaio 2021.
Il 30 settembre scadrà la deroga concessa dall’Eba alle banche per non riclassificare i prestiti sotto moratoria. E a quel punto, cosa potrebbe succedere?
Moratoria dei crediti: in che cosa consiste?
Per le moratorie sui mutui, finora sono state presentate 2,7 milioni di richieste per un valore complessivo che tocca i 300 miliardi di euro. Da febbraio 2021 quindi le imprese dovranno tornare a pagare, salvo eventuali proroghe (che dovranno quindi essere garantite, con conseguente necessità dello Stato di trovare fondi da impegnare). Se il finanziamento sarà scaduto, le imprese dovranno restituire l’intero importo della moratoria in una volta.
Tuttavia, nessuno può garantire che le imprese possano essere in grado di fare fronte ai propri impegni attorno a quel periodo. Secondo l’Outlook ABI-Cerved i tassi di deterioramento dei crediti legati alle imprese tenderanno a raggiungere nel 2021 – a causa della crisi indotta dal Covid – la soglia del 4%, per poi vivere un andamento decrescente nel 2022.
Questa decisione potrebbe portare al tramutarsi di un gran numero di mutui in crediti non solvibili. Gli allungamenti delle tempistiche da un punto di vista potrebbe aiutare gli indebitati a uscire dalle loro situazioni di difficoltà, ma una interruzione delle misure di sostegno potrebbe condurre al fallout.
Nel momento in cui scriviamo, è possibile che lo Stato decreti un’ulteriore proroga delle scadenze delle moratorie: ciò dovrebbe portare ad accantonare altre risorse per fare fronte a tale allungamento delle scadenze.
Crediti NPL: quale scenario si prospetta per il 2021?
L’accesso al credito agevolato diverrà uno strumento fondamentale per fare fronte alle incombenze finanziarie. La Banca d’Italia riscontra un incremento nell’erogazione di prestiti alle imprese del 3,7% rispetto a un anno prima.
Una riduzione di tali prestiti potrebbe mettere in pericolo la stabilità degli operatori economici del nostro ecosistema. Tra fine settembre e inizio ottobre la Commissione dovrebbe aprire un tavolo di lavoro per allungare la disponibilità di credito coperto dalle garanzie pubbliche
C’è il rischio concreto che dal 2021 la quota di NPL (not performing loans) salga considerevolmente, mettendo a rischio la liquidità del sistema bancario.
Se pensiamo al calo mondiale di PIL che ci troveremo ad affrontare (-12,4% in Italia) molte famiglie si troveranno ad affrontare lo spettro della disoccupazione e l’incapacità di fare fronte alle rate del mutuo.
Secondo l’FMI, l’ammontare dei crediti a rischio solvibilità ammonterebbe già a 350 miliardi.
Secondo CRIF, il 47,6% delle sospensione delle rate è relativo a mutui di liquidità, il 25,6% contratti di leasing e il 17,4% mutui immobiliari.
Secondo previsioni ottimistiche, il deterioramento dei crediti non raggiungerà comunque il livello di criticità già visti nel 2012. Secondo Cerved, la quota dei crediti deteriorati è scesa nel primo trimestre 2020 a 2,9% (mentre la crisi economica del 2012 aveva visto picchi anche del 7,5%). Ovviamente il trend positivo nel rientro del valore dei crediti deteriorati si è ridotto a causa dell’emergenza Covid, ma gli interventi di sostegno promossi dal governo dovrebbero attenuare gli effetti negativi della pandemia.
Noi di Stralciami continueremo a monitorare la situazione per mantenerti sempre aggiornato sull’evoluzione delle moratorio dei debiti, e offrirti soluzioni di saldo e stralcio idonee alle tue esigenze.